Last Christmas

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di Rosaria Scialpi

 

La tavola imbandita, l’albero addobbato e illuminato nell’angolo più bello della sala da pranzo, il profumo dell’arrosto e Last Christmas in sottofondo. Come dimenticare, poi, l’imperdibile film natalizio in cui tutti sembrano andare d’amore e d’accordo, come se, tutto d’un tratto, i problemi del mondo possano scomparire con uno schiocco di dita, mentre la renna di Babbo Natale atterra, non si sa come, nel tuo giardino. 

Ma la casa di Cosima non è così. La sua è una casa reale, di quelle in cui le mura hanno assorbito litigate, urla, delusioni, parole d’amore pronunciate di notte a mezza voce. Le pareti non sono uscite da uno spazio espositivo dei grandi magazzini, ma sono spoglie, nessuna traccia di vischio, di lucine o di abete; nella sala, invece, giacciono scarsi avanzi del McDonald gettati alla rinfusa su un tavolino traballante. Tutto, in quella casa dall’aria gelida sembra essere in totale disarmonia con il clima di gioia che riecheggia in tutta la città, persino Cosima stessa. Forse, è tutto più semplicemente vero e normale. 

Eccola entrare, Cosima, nella sua minuscola cucina con il suo pigiama sdrucito di pile bordeaux. La luce del frigorifero le illumina grottescamente il volto: ha la fronte corrucciata, è evidente che ci sia qualcosa che la tormenta.  

È il 24 dicembre, la vigilia, probabilmente il giorno in cui le mancanze bussano alla porta e si tirano le somme dell’anno che sta per volgere al termine, molto più che nei bilanci di capodanno. Ma cosa le manca? Cosa la porta ad essere così pensierosa?  

La ragazza, che ora sta sulle punte, allunga il braccio e tira fuori dal frigo un recipiente. Lo appoggia poi sullo scolapiatti al lato del lavandino e, dopo aver acceso la luce, ne rimuove il coperchio. Al suo interno c’è una zuppa di verdure bollite che aveva preparato il giorno precedente. Cosima dovrebbe solamente riscaldarla, ma non ne ha voglia. D’improvviso, infatti, le sono tornate alla mente le cene a casa di suo fratello. <<Fra un’ora -pensa- saranno tutti seduti alla stessa tavola a mangiare ogni prelibatezza. Per carità, il baccalà fritto se lo tengano pure stretto, non mi è mai piaciuto, però il resto… No, meglio di no, cominceranno a tempestarmi di domande di ogni tipo, a voler quasi ficcare il naso nella mia vita e nella mie faccende private… meglio rimanere qui con questa misera zuppa. Ché poi, a me del natale, in fondo, non importa, non credo nemmeno in alcun dio sceso sulla Terra per redimerci dal peccato! Però, per quanto detestassi quelle domande, alcune non andavano per la direzione sbagliata. C’erano sin troppe cose che, due anni fa, non andavano nella mia vita.  
Ma con che faccia presentarmi lì, dopo ben due anni di silenzi e assenze? I bambini saranno in grado di riconoscere una zia che non vedono da ben due anni? Chissà…>>. 

È questo, dunque, il dubbio che l’attanaglia.  

All’improvviso il cellulare squilla. Sul display appare il numero di Dario, suo fratello. Cosima trattiene il cellulare fra le mani e l’osserva titubante, indecisa se rispondere o meno. Per errore, però, finisce con il premere sulla cornetta verde e dall’altro capo si sente la voce accogliente di Dario: <<Co’, dove sei? Hai bisogno che ti venga a prendere? Credi, forse, di potertela svignare anche quest’anno? Lo scorso natale avevi promesso che, per farti perdonare della tua assenza, quest’anno saresti venuta e sai quanto io tenga alle promesse. Ci saranno anche i bambini, lo sai. Allora, vieni?>>. 

Sul volto diafano e smunto di Cosima appare un sorriso e la fronte si distende.  

<<Va bene, dammi solo il tempo di farmi una doccia e di indossare qualcosa di decente. A proposito, non ho preso alcun regalo per Giacomo e Matilde… Ti andrebbe di accompagnarmi al centro commerciale, dovrebbe essere ancora aperto?  
Perfetto! Allora ti aspetto!>>. 

Riposto il cellulare sul mobile vicino il divano in pelle nera, Cosima corre in bagno e getta per terra quel pigiama enorme. Non vuole più vederlo. 

Dopo averlo fatto, si guarda per un po’ nello specchio. Il suo corpo, che per tanto tempo ha stentato a riconoscere, è tornato ad essere suo. Certo, è ancora molto, troppo, magro, ma sembra che il peggio sia passato.  

Lo scorso natale, Cosima, non aveva fatto una promessa solo a suo fratello Dario, ma anche a se stessa. Il cibo non sarebbe stato più un suo nemico e nemmeno le cene in famiglia. Certo, c’è ancora molto su cui lavorare, ma questa cena a casa di Dario non la perderebbe per nulla al mondo. 


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