di Emanuela Marra
Dalla finestra entra una luce ovattata, è il primo anno che a Natale non c’è neve a terra e che mio marito non sarà con me.
Amo svegliarmi presto in questo giorno magico, accendere le luci natalizie che illuminano il soggiorno e contemplare l’albero che si accende e si spegne cambiando colore.
Il silenzio della casa in quest’atmosfera di attesa mi fa assaporare ogni dettaglio, perché l’immaginazione vaga in quel tempo che deve ancora venire.
L’idilio non dura che qualche minuto, perché dalle scale un rumore di piedini scalzi mi avvisa che la calma è terminata.
«Mamma, mamma, è arrivato Babbo Natale…» grida Francesca ancor prima di entrare in soggiorno e di vedere i regali.
Mi abbraccia e la sua attenzione si catapulta ai tanti pacchetti da aprire; si siede a terra e parte dal più voluminoso.
«La casa delle Barbie, grazie Babbo, grazie!» dice festosa sorridendomi.
Si susseguono un Cicciobello, un peluche a forma di panda, un maglioncino e una scatola piena di pastelli.
La gioia che emanano i suoi occhi e i suoi movimenti mi riempiono il cuore, se solo Filippo potesse vederla.
Scatto alcune foto, non sarà come essere qui, ma almeno avrà una parvenza di felicità.
Dopo aver scartato tutti i regali, Francesca mi aiuta a preparare i biscotti e mentre lei si prepara io provvedo al pranzo.
Il regalo più bello sarebbe che quel dannato despota lasciasse la presa su Filippo per qualche ora, nemmeno in occasioni importanti dimostra un po’ di cuore…
La mattina trascorre veloce, e alle 11.30 in punto i nonni suonano alla porta e con loro arrivano anche i primi fiocchi di neve.
Altri regali altra felicità, perché Babbo Natale è passato anche da loro.
Siamo tutti a tavola, il chiacchiericcio dei nonni e la vocina di Francesca sovrastano i miei pensieri, che Natale è senza la persona che ha reso tutto quanto così speciale?
Siamo a metà della prima portata, quando il rumore di chiavi nella toppa mi illumina il sorriso.
«Papà…» urla Francesca correndo in contro a Filippo.
«Grazie Babbo, questo è il regalo più bello che ci sia» dice la piccola e io non posso che essere d’accordo con lei.
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